Thursday, April 16, 2009

An Italian philosopher of an uncomfortable view of political life





ORIGINAL ITALIAN TEXT RECEIVED APRIL 15


GIOVANNI GENTILE, un filosofo scomodo
di Gianfredo Ruggiero

Il 15 aprile del 1944 veniva vigliaccamente assassinato da un gruppo di partigiani antifascisti Giovanni Gentile, uno dei più grandi filosofi italiani del novecento.
Giovanni Gentile fu, con Benedetto Croce, l’esponente principale del neoidealismo italiano. La sua visione del mondo, quella di un Umanesimo del Lavoro capace di realizzare un’autentica giustizia sociale, lo portò a rielaborare in forma organica l’idealismo di Hegel.
Il suo nome è legato alla prima (e a tutt’oggi unica) riforma organica della scuola italiana, affidando all’insegnamento della filosofia e delle materie umanistiche un ruolo centrale nello sviluppo pedagogico dello studente; all’Enciclopedia italiana (con G. Treccani) alla cui realizzazione Giovanni Gentile chiamò, al di sopra delle parti, le massime autorità scientifiche dell’epoca senza alcuna distinzione di credo politico affinché quest’opera monumentale (36 volumi) rappresentasse la summa del sapere italiano; alla Normale di Pisa, ristrutturata, potenziata e resa di gran prestigio.
L’influenza di Gentile sulla cultura italiana, accresciutasi nel tempo per merito delle sue pubblicazioni, delle iniziative con Benedetto Croce e della produzione della sua scuola filosofica, fu enorme e si estese anche grazie agli innumerevoli incarichi che ricoprì durante il regime fascista, cui aderì con entusiasmo e coerenza. Va ricordato, a riguardo, l’estensione del ”Manifesto degli intellettuali italiani fascisti” (che sancì la definitiva rottura con Croce) che recava firme illustri tra cui quelle di Luigi Pirandello, Gioachino Volpe, Curzio Malaparte, Filippo Tommaso Marinetti, Enrico Corradini e Giuseppe Ungaretti.
Fu direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, presidente dell’Accademia d’Italia e Ministro della Pubblica Istruzione durante il primo governo Mussolini (1922-1924).
Nell’esperienza storica avviata da Mussolini, Giovanni Gentile vide quella sintesi tra pensiero e azione necessaria per portare a compimento il processo risorgimentale (depurato dalle scorie del liberalismo e superate le contraddizioni del socialismo) e gettare le basi per la costruzione di uno Stato moderno: lo Stato Nazionale del Lavoro.
Dopo la crisi del 25 luglio 1943, aderì alla Repubblica Sociale Italiana come atto di fede nella capacità rigeneratrice dell’Italia e di stima per Benito Mussolini. Sapeva, come moltissimi giovani che risposero all’appello del Duce, che difficilmente sarebbe sopravvissuto a quell’avventura e che, viceversa, si sarebbe salvato standosene tranquillo in disparte.
Fece opera di riconciliazione tra le parti per evitare una guerra fratricida che avrebbe (cosa che puntualmente avvenne) diviso gli italiani per generazioni.
L’assassinio giunse a ciel sereno: c’erano state solo alcune minacce alla rivista fiorentina da lui diretta ed estese ai suoi collaboratori, fra cui spiccavano i nomi di Ardengo Soffici e del futuro leader repubblicano Giovanni Spadolini e alcuni attacchi volgari dai microfoni di radio Londra.
La morte di Gentile, cui seguì la demolizione intellettuale e morale di Benedetto Croce, fu voluta soprattutto da Togliatti per sgombrare il campo filosofico nella prospettiva di un’egemonia culturale marxista e fece tirare un sospiro di sollievo ai tanti intellettuali antifascisti che, come afferma Paolo Mieli nel suo saggio ”Una rilettura liberale di Giovanni Gentile”, durante il regime poterono campare scrivendo.
La grandezza postuma di Gentile non sta solo nella sua statura di pensatore e uomo di cultura, ma anche nell’aver tenuto ferme, fino alle estreme conseguenze, le proprie idee: una coerenza che per quanti si schierano a destra dovrebbe essere d’esempio soprattutto oggi, nel momento in cui, come dice una bella canzone della Compagnia dell’Anello, ”stiamo buttando alle ortiche, per inseguire il potere, la nostra Fede più antica e le ragioni piu’vere”.

Gianfredo Ruggiero, presidente Circolo Excalibur - Varese

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Circolo culturale Excalibur
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GOOGLE ENGLISH TRANSLATION

GIOVANNI GENTILE

An Italian philosopher of an uncomfortable
new political vision of the world

Born May 30, 1875 Castelvetrano, Italy
Died April 15, 1944 Florence, Italy
by Gianfredo Ruggiero
On 15 April 1944 was cowardly assassinated by a group of partisans antifascists Giovanni Gentile, one of the greatest philosophers of the twentieth century Italians. Giovanni Gentile was with Benedetto Croce, the principal exponent of the Italian neoidealismo. His vision of the world, that of a humanism capable of Labor to create an authentic social justice, led him to rework in organic form idealism of Hegel. His name is linked to the first (and so far only) reform of the Italian school, entrusting the teaching of philosophy and humanities at the heart of the pedagogical development of the student; all'Enciclopedia Italian (with G. Treccani) to realization called Dear John, above party, the science of the highest authorities without distinction of political belief that this monumental (36 volumes) was the summa of learning Italian, the Normale di Pisa, restored, enhanced and yield great prestige. Gentile's influence on Italian culture, accresciutasi in time for the substance of his publications, initiatives with Benedetto Croce and the production of his philosophical school, it was huge and extended thanks to the many posts that he held during the fascist regime, which adhered with enthusiasm and consistency. It should be mentioned, regarding the extension of the "Manifesto of the Italian fascist intellectuals" (which sanctioned the definitive break with the Cross) that bore signatures which distinguished between those of Luigi Pirandello, Gioachino Volpe, Curzio Malaparte, Filippo Tommaso Marinetti, Enrico Corradini and Giuseppe Ungaretti. He was director of the Italian Cultural Institute, president of the Italian and Minister of Education during the first government Mussolini (1922-1924). In the historic launched by Mussolini, Giovanni Gentile saw that synthesis between thought and action required to complete the process Risorgimento (purified from the dross of liberalism and overcome the contradictions of socialism) and lay the foundations for the construction of a modern state: the State Nazionale del Lavoro. After the crisis of 25 July 1943, he joined the Italian Social Republic as an act of faith in the regenerative capacity of and esteem for Benito Mussolini. He knew, as many young people who answered the call of the Duce, who would hardly survived quell'avventura and that, conversely, would have saved standosene quiet aside. He works for reconciliation between the parties to avoid a fratricidal war that would have (which was on time) divided by the Italians for generations. The murder came to the blue: there were some threats to the Florentine magazine he directed and extended to its employees, among which the most significant names Ardengo Soffici and future Republican leader Giovanni Spadolini and vulgar attacks by some of radio microphones London. Gentile's death, which followed the demolition of intellectual and moral Benedetto Croce, was ordered especially from Togliatti to clear up philosophical perspective of a hegemony in the cultural Marxist and did breathe a sigh of relief to the many anti-fascist intellectuals who, as Paul Mieli in his essay "A liberal reading of Giovanni Gentile," during the regime could campare writing. The size of posthumous Gentile is not alone in its stature of thinker and man of culture, but also in having held firm, up to the extreme, their ideas, a coherence that those deployed to the right should be an example, especially today, when, as a beautiful song of the Fellowship of The Ring, "we are throwing aside for the pursuit of power, our Faith and the oldest piu'vere reasons."


N.B. A Google Language Skills Translation of the original Italian Text supplied by Sig. Gianfredo Ruggiero – April 15, 2009Gianfredo Ruggiero, President Circle Excalibur - Varese Note: Articles may be reproduced, simply cite the author and source. --------------------------------------------------